Uno stato dell’arte

Articoli e capitoli significativi
per gli studi su sport e fascismo

Nicola Sbetti

Università di Bologna

Daniele Serapiglia

Universidad Complutense de Madrid

Nel contesto di questa rassegna dedicata alle monografie riguardanti lo sport e il fascismo italiano, abbiamo ritenuto interessante dedicare anche una rassegna agli articoli e ai capitoli di libro che maggiormente hanno stimolato lo sviluppo delle ricerche sul tema. Anche perché alcuni fra i molti contributi sull’argomento, hanno segnato un punto di svolta nel contesto del dibattito storiografico. Il nostro intento, dunque, è quello di contribuire alla costruzione di uno stato dell’arte esaustivo, che permetta ai ricercatori di avere delle solide basi sulle quali costruire lavori futuri.

Tale sforzo è stato stimolato dall’assenza del tema sportivo nella special issue della rivista «Studi Storici» curata nel 2014 da Alessio Gagliardi e Tommaso Baris e dedicata alle nuove prospettive degli studi sul fascismo italiano[1]. Eppure lo sport ha rappresentato un’importante peculiarità del regime mussoliniano, diventando oggetto contraddittorio di mobilitazione delle masse, sia nel contesto della spettacolarizzazione dello sport, sia per quanto riguarda la gestione del tempo libero. Su quest’ultimo argomento, la prima ad aprire una riflessione è stata Vittoria de Grazia, la quale nel suo Consenso e cultura di massa nell’Italia fascista dedicò una manciata di pagine allo sport nell’ambito dell’Opera nazionale dopolavoro[2]. Con una riflessione più completa sarebbe ritornata sullo stesso tema Patrizia Dogliani nel suo Il fascismo degli Italiani, dove avrebbe meglio tratteggiato la divisione tra sport amatoriali e quelli professionistici nell’ambito del Coni[3]. Alla Dogliani e alla de Grazia va anche il merito di aver aperto una linea di studio sullo sport femminile in camicia nera[4], sviluppatasi ulteriormente in seguito. Tra gli articoli dedicati a questo tema, si segnala anche il contributo di Gigliola Gori, che nel 2001 ha scritto un articolo per «The international journal of the History of Sport» sull’icona femminile per eccellenza del regime, Ondina Valla[5]. Alcune interessanti ricerche sarebbero poi state condotte nell’ambito del calcio da Marco Giani[6].

Al calcio maschile sì deve il primato dell’attenzione da parte degli studiosi. Nel 2020 è stata pubblicata su «Soccer&Society» un’approfondita riflessione di Fabien Archambault su calcio e fascismo[7], volta soprattutto a sottolinearne le contraddizioni. Alcuni anni prima, ad intervenire sul tema era stato Pierre Lanfranchi, che, concentrandosi sul caso di uno dei club più rappresentativi degli anni Trenta, il Bologna, è stato uno dei pionieri riguardo gli studi sul tema[8]. Chiaramente sul calcio nel Ventennio era stato dedicato uno spazio importante da Papa e Panico nella loro Storia sociale del calcio in Italia[9], come da Marco Impiglia, chiamato a scrivere dei mondiali del 1934 per il volume sulla storia della coppa del mondo curato da Rinke e Shiller[10]. Sul medesimo tema appare opportuno segnalare anche i contributi di: Paul Dietschy[11], Stefano Pivato[12], John Foot[13], Nicola De Ianni[14], Riccardo Brizzi e Nicola Sbetti[15]. Oltre al calcio, comunque, altre discipline sono state studiate nel contesto della loro relazione con il fascismo tra queste: l’atletica[16], il basket[17], il ciclismo[18], l’ippica[19], la pallavolo[20], il pugilato[21], il rugby[22] e la volata, lo sport “fascistissimo” che, creato a tavolino, non riuscì mai a scaldare i cuori degli italiani[23].

Sullo sport in generale tra capitoli e articoli su cui si sono concentrati gli studiosi sicuramente importante quello di Angela Teja, una delle prime ricercatrici chiamate a confrontarsi con una prospettiva di storia internazionale[24], richiamata e approfondita anche da Sbetti nel suo Giochi Diplomatici, che, benché dedicato all’Italia repubblicana fa continuamente riferimento alle politiche sportive del regime[25]. Sotto la lente d’ingrandimento degli studiosi anche la formazione dell’Uomo nuovo. Tra i diversi lavori appare opportuno segnala gli importanti contributi di Daphné Bolz[26], Paul Dietschy[27], Patrizia Dogliani[28], Erminio Fonzo[29], Simon Martin[30] e Daniele Marchesini, autore di riflessioni illuminanti intorno alla figura di Primo Carnera[31]. Fondamentale invece per gli studi comparativi il contributo di J.A. Mangan[32], che ha influenzato diversi studiosi come per esempio Nuno Domingos, uno dei teorici in ambito transnazionale del Motor habitus Fascista[33]. Tale concetto era stato studiato qualche anno prima da Alessio Ponzio in comparazione con quello cattolico[34]. Chiaramente tali contributi erano ispirati agli studi sulla relazione tra educazione fisica e mascolinità, di cui uno dei più importanti è certamente quello di Gigliola Gori del 1999[35]; come a quelli riguardanti l’impianto ideologico del regime, tra cui fondamentale risulta il lavoro di Stefano Pivato[36].

Coerentemente con le più ampie riflessioni storiografiche, un altro tema che ha suscitato l’attenzione degli studiosi è quello della memoria dello sport fascista. Sul tema, in particolare sul calcio hanno lavorato Paul Dietschy[37], Nicola Sbetti, Daniele Serapiglia[38]. Tra i vari particolari, questi studi hanno guardato ai luoghi dello sport fascista studiati da una prospettiva comparativa da Daphné Bolz[39]. Infine, se da un lato non sembra essere ancora raggiunta una massa critica per quel che riguarda gli studi locali sullo sport fascista, risultano maggiori i lavori sulla sua influenza nella cultura popolare, come ad esempio il saggio di Juri Meda sui fumetti[40].


1 T. Baris, A. Gagliardi, Le controversie sul fascismo degli anni Settanta e Ottanta, in «Studi storici», (2014), 1, pp. 316-333.

2 V. De Grazia, The Culture of Consent. Mass Organization of Leisure in Fascist Italy, Cambridge, Cambridge UP, 1981.

3 P. Dogliani, Il fascismo degli italiani. Una storia sociale, Novara, Utet, 2014. Della stessa autrice cfr. Sport and Fascism, in «Journal of Modern Italian Studies», ٥ (2000), 3, 2000, pp. 326-348.

4 Ibidem; V. De Grazia, Le donne nel regime fascista, Venezia, Marsilio, 2007 (ed. or. 1979), pp. 291-295.

5 G. Gori, A Glittering Icon of Fascist Femininity: Trebisonda “Ondina” Valla, in «International Journal of the History of Sport», 18 (2001), 1, pp. 173-195.

6 Diversi sono i contributi di Marco Giani riguardante lo sport femminile durante il fascismo. Ci sembra però opportuno segnalare soprattutto: M. Giani, Le nere “sottanine” e “la congiura del silenzio”: lingua e immagini nelle polemiche giornalistiche sul “Gruppo Femminile Calcistico” milanese 1933, in «Lingue e culture dei media», 1 (2017), pp. 15-63; Id. La rivoluzione delle tifosine. Il discorso sul tifo femminile calcistico nell’Italia degli anni Trenta, in «Diacronie» 42 (2020): [http://www.studistorici.com/2020/06/29/giani_numero_42/ >] (ultimo accesso il 28 dicembre 2022).

7 F. Archambault, Football and Fascism in Italy, in «Soccer&Society» 21 (2020), 6, pp. 639-647.

8 P. Lanfranchi, Bologna: “The Team that Shook the World”, in «The International Journal of the History of Sport», 8 (1993), n. 3, pp. 336-346.

9 A. Papa, G. Panico, Storia sociale del calcio in Italia, Bologna, il Mulino, 2002.

10 M. Impiglia, 1934 Fifa World Cup: Did Mussolini Rig the Game?, in The Fifa World Cup 1930-2010. Politics.

Commerce, Spectacle and Identities, edited by S. Rinke and K. Shiller, Gottingen, Wallstein, 2014, pp. 66-84.

11 P. Dietschy, Storia del calcio, Vedano al Lambro, Paginauno, 2016.

12 P. Dietschy, S. Pivato, Storia dello sport in Italia, Bologna, il Mulino, 2019.

13 J. Foot, Calcio. 1898-2010. Storia dello sport che ha fatto l’Italia, Milano, Bur, 2012.

14 N. De Ianni, Il calcio italiano 1898-1981. Economia e potere, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2015, pp.

15 R. Brizzi, N. Sbetti, La diplomazia del pallone. Storia politica dei Mondiali di calcio (1930-2022), Milano, Le Monnier, 2022, pp. 35-56.

16 S. Giuntini, L’atletica italiana negli anni del fascismo, in Sport e società nell’Italia del Novecento, a cura di Saverio Battente, Napoli, ESI, 2012, pp. 101-115 e S. Giuntini, Storia agonistica, sociale e politica dell’atletica leggera italiana, Canterano, Aracne, 2017.

17 S. Battente, Sport di squadra, consenso e tempo libero in Italia durante il ventennio fascista: il caso della pallacanestro, in Tempo libero, sport e fascismo a cura di D. Serapiglia Bologna, Bradypus, 2016, pp. 93-99.

18 E. Landoni, Regime e ciclismo: ai margini o ai vertici dello sport nazionale?, in Il Giro d’Italia e la società italiana, a cura di G. Silei, Manduria-Bari-Roma, Piero Lacaita Editore, 2010, pp. 125-154.

19 E. Landoni, Tra autonomia e normalizzazione. L’ippica e gli sport equestri durante gli anni del fascismo, in Sport e società nell’Italia del Novecento, cit., pp. 117-141.

20 D. Serapiglia, La palla al volo in epoca fascista, in Tempo libero, sport e fascismo, cit., pp. 109-124; Sulla pallavolo in epoca fascista appare fondamentale segnalare M. Impiglia, Alle origini della pallavolo, Testo inedito di proprietà della Federazione italiana pallavolo, Roma 1995.

21 S. Giuntini, Pugilato e fascismo, in Sport e società nell’Italia del Novecento, cit., pp. 143-157.

22 P. Dietschy, Le rugby sport fasciste? Les difficiles débuts du ballon ovale en Italie sous Mussolini (1927-1940), in La Planète est rugby. Regards croisés sur l’Ovalie, sous la direction de J.Y. Guillain e P. Porte, Biarritz, Atlantica, 2007.

23 M. Impiglia, La Volata, in «Strenna Dei Romanisti», 56 (1995), 1, pp. 279-292.

24 A. Teja, Les sport italien et les relations internationales au temps du fascisme, In Sport Et Relations Internationales (1900-1941), sous la direction de P. Arnaud, J. Riordan, Paris, L’Harmattan, 1998, pp. 163-203.

25 N. Sbetti, Giochi diplomatici. Sport e politica estera nell’Italia del secondo dopoguerra (1943-1953), Roma, Viella/FBSR, 2020.

26 D. Bolz, Palestre e stadi per l’Italiano Nuovo. La Commissione Impianti Sportivi del Coni fascista e l’architettura degli anni ʼ30, in «Lancillotto e Nausica», 24 (2007), 3, pp. 12-29. Della stessa autrice cfr. Sport and fascism, in Routledge Handbook of Sport and Politics, edited by A. Bairner, J. Kelly, J. Woo Lee, London Routledge, 2016.

27 P. Dietschy, Le sport italien entre modernité et fascisme, in Sport, corps et sociétés. Le projet d’un homme nouveau, sous la direction de G. Bensoussan, P. Dietschy, C. François, et H. Strouk, Paris, Armand Colin, 2012, pp. 73-89.

28 P. Dogliani, Educazione fisica, sport nella costruzione dell’“Uomo Nuovo”, in L’uomo nuovo del fascismo. La costruzione di un progetto totalitario, a cura di P. Bernhard, L. Klinkhammer, Roma, Viella, 2017, pp. 143-155.

29 E. Fonzo, Risultati e limiti del totalitarismo fascista nello sport: la coesistenza di due sistemi sportivi nell’Italia del ventennio, in «Rivista di diritto sportivo», (2022), 1, pp. 261-288;

30 S. Martin, In Praise of Fascist Beauty?, in «Sport in History», 28 (2008), 1, pp. 62-82.

31 D. Marchesini, Corps et pouvoir dans l’Italie fasciste: Mussolini, Carnera et les Italiens, in Sport, corps et sociétés, cit., pp. 91-104.

32 J.A. Mangan, Global fascism and the male body: ambitions, similarities and dissimilarities, in «The international journal of the History of Sport», 16 (1999), 4, pp. 1-26.

33 N. Domingos, Building a motor habitus: Physical education in the Portuguese Estado Novo, in «International Rewiew the Sociology of Sport» 45 (2010), 1 pp. 23-37.

34 A. Ponzio, Corpo e anima: Sport e modello virile nella formazione dei giovani fascisti e dei giovani cattolici nell’Italia degli anni Trenta, in «Mondo contemporaneo», (2005), 3, pp. 51-104. Dello stesso autore cfr. anche La formazione degli insegnanti di educazione fisica nel ventennio fascista, in «Lancillotto e Nausica», 26 (2009), 1, pp. 36-47.

35 G. Gori, Model of masculinity: Mussolini, the “new Italian” of the Fascist era, in «The international journal of the History of Sport», 16 (1999), 4, pp. 27-61.

36 S. Pivato, Al Servizio dell’Ideologia, in Lo sport nel XX Secolo, Milano, Giunti, 2005 (I ed. 1994), pp. 95-119.

37 P. Dietschy, La memoria del calcio e il fascismo, in «Paginauno», 4 (2010), 20: [https://rivistapaginauno.it/la-memoria-del-calcio-e-il-fascismo/] (ultimo accesso il 29 dicembre 2022)

38 N. Sbetti, D. Serapiglia, Was football fascist? The 1934 World Cup in the postwar memory, in «Soccer&Society», 21 (2020), 8, pp. 889-903.

39 D. Bolz, Creating Places for Sport in Interwar Europe. A Comparison of the Provision of Sports Venus in Italy, Germany and England, in «The international journal of the History of Sport», ٢٩ (2012), 14, pp. 1998-2012.

40 J. Meda, Atleti nel pallone. Fumetti, fascismo e sport, in «Lancillotto e Nausica», 16 (1999), 1-2-3, pp. 42-59.