Matteo Monaco, CSI Roma. Ottant’anni di storia sportiva, ecclesiale e sociale
Roma, Fondazione Apolostolicam Actuositatem
ETS, 2023, 297 pp.
Deborah Guazzoni
Società Italiana di Storia dello Sport
Il libro, uscito in una bella edizione cartonata per l’ottantesimo anniversario dalla fondazione del comitato romano del Centro Sportivo Italiano e corredato da molte immagini significative della sua storia, è opera di Matteo Monaco, dottore di ricerca in Storia d’Europa presso l’Università Sapienza di Roma e già autore di un importante volume sul rapporto tra Democrazia cristiana e sport nel secondo dopoguerra.
Preceduto dai saluti del cardinale vicario Angelo De Donatis (pp. 3-4), del presidente nazionale del CSI Vittorio Bosio (pp. 5-6) e del presidente del CSI Roma Daniele Pasquini (pp. 7-9), il testo si conclude con una postfazione di Angela Teja, storica consigliera del CSI Roma, che si sofferma sulla relazione tra storia locale e storia nazionale (pp. 263-269).
Partendo dal quadro generale dell’associazione, già disegnato da Alberto Greganti nel suo Cent’anni di storia nella realtà dello sport italiano: dalla Federazione associazioni sportive cattoliche italiane al Centro sportivo italiano, il volume ricostruisce la storia della sezione romana del CSI dalla sua fondazione, avvenuta il 5 gennaio 1944 come organismo dell’Azione Cattolica, e segue, attraverso l’azione dei vari presidenti, il dipanarsi delle attività sportive che il Comitato incentivò a partire dal dopoguerra. In particolare, a partire dal dopoguerra il CSI romano seppe riconvertire le strutture della GIL, incentivare lo sport femminile e intrattenere rapporti con Coni e federazioni e con le strutture nazionali e promosse la costruzione degli impianti sportivi nelle periferie romane (pp. 19-92). La sua azione, che si ricolloca nel quadro dell’associazionismo cattolico e della dottrina sociale della Chiesa e che non si può slegare dalla figura di Pio XII – “il Papa degli sportivi” –, svolse il proprio apostolato più efficace con la mobilitazione per le Olimpiadi di Roma del 1960, per le quali sviluppò le “Giornate Olimpiche” e organizzò la distribuzione dei discorsi di Pio XII e Giovanni XXIII agli atleti di tutto il mondo durante i Giochi (pp. 93-127).
Il volume segue poi lo sviluppo del CSI nella provincia romana negli anni del boom economico, la nascita dei Giochi della Gioventù nel 1968, cui seguì il dibattito sul ruolo e l’azione del CSI che portarono al cambio di scelte ideologiche e alla fusione con la Federazione Attività Ricreative Italiane (FARI) e l’avvio della strategia dello sport per tutti, che avvicinerà il CSI allo sport paralimpico, fino alla crisi degli anni ’80 e ai commissariamenti che seguirono (pp. 128-195).
Lo stesso autore denuncia un grosso limite alla ricostruzione storica realizzata (p. 17), ovvero l’utilizzo come fonti principali per la stesura del volume del solo archivio ufficiale del CSI e del periodico «Studium», elemento che toglie al libro, seppur scritto in uno stile chiaro e agevole, una certa complessità.
Nella parte conclusiva (pp. 197-239), il libro perde il taglio storico a favore della cronaca, adottando un approccio diverso, quello giornalistico. Il motivo per questa scelta, avverte l’autore, è l’indisponibilità di documentazione successiva al 1992 presso il Fondo CSI e per il suo coinvolgimento personale nelle vicende dell’epoca. Attraverso la collaborazione della già citata Angela Teja, l’A. ricostruisce il periodo a partire dagli anni Novanta attraverso alcune interviste, come quelle a Daniele Pasquini, direttore del Comitato Romano, Daniele Rosini, presidente del Comitato regionale del Lazio, Silvio Sabatucci, membro del consiglio provinciale del CSI romano e Alberto Lucantoni. Un approccio attraverso cui è possibile ricostruire le vicende personali e l’attività svolta da questi personaggi in seno all’ente, richiamando così tante figure che, con il loro contributo personale, sono stati l’anima dell’associazione romana.
Il testo, che nelle intenzioni dell’autore non intendeva essere un lavoro fine a sé stesso, ma uno strumento per ulteriori ricerche ed approfondimenti, è completato, oltre che da un’ampia bibliografia, dall’indice delle figure e dei nomi (pp. 271-291), da una appendice con l’elenco dei dirigenti del CSI Roma (pp. 243-247) e con alcuni documenti funzionali alla comprensione della storia del Comitato (pp. 248-261).