Felice Fabrizio, Una storia di catene. Gli animali nelle attività ludiche e sportive

Roma, Aracne, 2022, 203 pp.

Deborah Guazzoni

Società Italiana di Storia dello Sport



Il volume si inserisce nella tradizione di pionierismo che caratterizza il lavoro di Felice Fabrizio, che per primo ha affrontato in Italia molti temi di storia dello sport, lanciando le prospettive di studio successive, e si dedica a un tema finora rimasto inesplorato dalla storiografia italiana, ovvero l’utilizzo degli animali nelle attività ludiche e sportive.

Riprendendo la tradizione del progetto degli “Animal studies”, che a metà degli anni Ottanta avevano proposto come oggetto di ricerca l’interazione uomo-animale in tutte le sue componenti, l’autore inizia dal primo capitolo a tracciare la storia dei rapporti tra animali e uomo, tratteggiando con acume i caratteri principali di ogni periodo storico. La storia di questo rapporto viene raccontata come una tragedia di cui ogni epoca rappresenta un “atto”, in cui si dipanano le relazioni tra l’uomo e il mondo animale, rappresentati nel loro contesto culturale e filosofico e in una dimensione internazionale, vincolata ai modelli culturali occidentali, seppur con continui rimandi alla situazione del nostro paese (pp. 23-125).

Nel racconto si passa così dalla caccia e addomesticazione dell’epoca preistorica (pp. 25-29), alla complessità dell’età antica in cui si affermarono tre protagonisti – tori, cani e cavalli – e in cui gli animali comparvero già nei giochi olimpici e nei ludi romani (pp. 31-42), dal medioevo diviso tra forti contrasti in cui l’uomo dipendeva dagli animali da trasporto, come i cavalli, celebrati nei palii in tutta Italia (da Asti a Siena), e tuttavia infliggeva a molti animali supplizi barbari ispirati da credenze popolari e pagane (pp. 47-55), all’età moderna, in cui gli animali si avvicinarono alle attività ludiche umane (dalla caccia, al maneggio, al circo) ma all’interno di un sistema che afferiva al processo di “civilizzazione” di Norbert Elias di cui la Gran Bretagna divenne il principale interprete (pp. 59-71). L’età contemporanea è poi strutturata in tre atti, uno per secolo: XIX (pp. 77-97), XX (pp. 105-111) e XXI (pp. 115-123). In questo periodo la relazione con gli animali subì un grande cambiamento, che comprese la nascita dello sport moderno, in cui anche gli animali trovarono un loro spazio, la diffusione di una nuova consapevolezza del benessere animale e il passaggio dal concetto di protezione allo sviluppo del dibattito sull’animalismo.

La seconda parte del volume (pp. 129-194) analizza invece il ruolo sostenuto dagli animali nell’attività ludiche e sportive umane, creando dei veri e propri stereotipi nel rapporto uomo-animale: dalla preda (caccia, pesca) al bersaglio (tiro a segno), dalla vittima sacrificale (corrida) al soggiogato (rodei, falconeria), dall’aiutante (cani per ciechi, cani poliziotti, cani pastori, cani tartufai, pet therapy) al partner (sport cinofili, dog trekking, dog surfing), dal corridore (corse dei cani, porcodromi, corse di cammelli e dromedari, ostrich races, palii delle oche e delle rane) al saltatore (concorsi ippici, gare di salto della rana, cinathlon cross), dal nuotatore (gare con delfini, nuoto coi cetacei, surf-dog) al forzuto (corse di buoi, sled dog racing, struzzodromi), dal guerriero (lotte tra cani, bataille des reines, pig wrestling) al giocatore (giochi con gli animali), dall’istintivo (birdwatching, vinkersport) al performante (Lassie, Furia), dal totem (simboli sociali sportivi, il cavallino rampante per la Ferrari) all’eroe (Vandalo, Varenne) e al resiliente (Bobo, Black Diamond).

Il volume costituisce un agevole viaggio nella relazione tra uomo e animale, ricco di spunti e di stimoli, seppur limitato dalla mancanza nel nostro paese di studi più sistematici e puntuali sull’argomento a cui fare riferimento. Felice Fabrizio sa condurre il lettore in questo viaggio con brio e spirito di osservazione con una prosa scorrevole e stimolante, venata di umorismo e di continui riferimenti ai più diversi stimoli culturali (dalla letteratura alla musica, dal cinema alla televisione). Il libro è ricco di inviti ad ulteriori approfondimenti, a cui si riferiscono anche le “indicazioni bibliografiche” al termine di ogni capitolo e l’elenco dei musei italiani relativi alle pratiche sportive che riguardano gli animali nell’appendice al termine del volume (pp. 201-203), dove sono anche raccolte in un elenco tutte le strutture associative delle varie discipline sportive del settore (equestri, cinofile, della caccia, ecc.) con l’indicazione del luogo di fondazione e della data di costituzione (pp. 197-200).