Lo sport negli archivi dell’Istituto Sturzo
Il fondo Democrazia Cristiana e il fondo Giulio Andreotti

Matteo Monaco

(Società Italiana di Storia dello Sport)

Introduzione

La situazione e la condizione degli archivi e delle biblioteche in Italia appare, negli ultimi anni, in una fase di sempre maggiore degrado. I continui tagli di personale e di risorse hanno portato una diminuzione dell’organico e una riduzione di orari e servizi. Questo continuo e progressivo oblio da parte dei governi nei confronti della conservazione del patrimonio archivistico e libraio ha portato i presidenti di Anai, Sismed, Sisem, Sissco e Sis a scrivere una lettera aperta all’allora Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo per sensibilizzare il governo verso una politica archivistica più attenta. Questa «assenza di un complessivo investimento a lungo termine, in termini di memoria e di identità nazionale, che la tutela del patrimonio archivistico e bibliotecario sottende» mostra quanto, a distanza di oltre dieci anni dalle riflessioni di Marina Giannetto, ancora si stenti a riconoscere all’archivio la capacità di offrire «opportunità culturali e utili riferimenti agli studi e alle ricerche, restando ancorati al suo ruolo di passiva conservazione documentaria»1.

Tale situazione, che rende il lavoro degli storici sempre più complesso, si amplifica per quanto riguarda gli archivi sportivi poiché «lo sport in Italia non è mai stato considerato determinante dal punto di vista culturale». Da questo punto di vista, purtroppo, restano ancora attuali i lavori di Stefano Pivato e di Angela Teja che riflettono sulla mancanza di una riflessione problematica sullo sport come fenomeno sociale post-unitario2. Questo disinteresse storico per lo sport ha portato due problemi: da un lato gli studi sugli archivi sportivi, quelli in cui il cui soggetto produttore è un ente, un’associazione o una struttura sportiva, sono lontani dall’essere esaustivi; dall’altro vi è una carenza di analisi degli archivi di sport, quelli che, pur essendo creati da un soggetto produttore non direttamente legato alle attività sportive, contengono importanti materiali documentari su uno dei fenomeni sociali più importanti dell’età contemporanea.

Il primo problema è in fase di risoluzione. Il lavoro svolto nell’ultimo decennio da parte della Società italiana di storia dello sport (SISS) e da parte di molti storici ha portato a una rivalutazione e una riscoperta degli archivi dei principali enti sportivi italiani, dal Coni alle federazioni sportive, passando per gli archivi degli Enti di promozione sportiva (Eps). Questo lavoro è stato sicuramente facilitato dal prezioso sforzo originato dalla Siss nel 2010, una mappa parziale degli archivi sportivi italiani in cui sono analizzati in maniera dettagliata alcuni archivi sportivi istituzionali e alcuni archivi sportivi privati3.

Il secondo problema ha una complessità maggiore. Infatti sono moltissimi i soggetti produttori che nel corso del loro cammino archivistico hanno conservato carte e documenti relativi alla ­questione sportiva. Esemplificativo a tale titolo è la suggestione di Emanuela Marinelli, ­soprintendente ­archivistica del Lazio, di ricercare la documentazione sportiva negli “archivi d’impresa” poiché lo sport fu usato nelle industrie sia come strumento di svago per i lavoratori che come strumento di controllo del lavoratore. Risulta quindi evidente come, teoricamente, quasi ogni soggetto produttore possa avere elementi inerenti la storia dello sport di questo paese: dall’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano agli archivi dei sindacati italiani, dagli archivi militari fino agli archivi dei partiti politici.

Proprio questi ultimi sono particolarmente interessanti da un punto di vista storico. Sin dalla sua nascita nella seconda metà del XIX secolo, lo sport assunse una posizione mediana tra la storia politica e la storia sociale. Basti pensare alle ragioni che spinsero Thomas Arnold, rettore dell’università di Rugby e teologo protestante, nell’inserire nei college lo sport. Dati i cambiamenti della società, risultava centrale la formazione di classi dirigenti che sapessero vivere nella nuova civiltà industriale. Arnold inventò il nuovo metodo di formazione dei giovani all’interno delle public schools, con un triplice obiettivo: il primo di natura psico-fisica, tendere cioè a un equilibrio organico, irrobustendo il corpo, calmando i sensi e frenando l’immaginazione. Il secondo era di natura morale. Attraverso lo sport si poteva offrire al giovane la possibilità di un’esperienza personale attraverso cui perseguire un fine reale e tangibile. Il terzo obiettivo, sociale, era quello di far assumere ai giovani la direzione e l’organizzazione del gioco, dello sport, sotto tutti gli aspetti in modo che, una volta divenuti futura classe dirigente, avessero un’esperienza pregressa a cui rifarsi4. A partire da questo momento il legame tra sport e politica divenne sempre più stretto raggiungendo il punto più alto negli anni Venti e Trenta del XX secolo con la visione totalitarista dello sport da parte di fascismo e nazismo e la teoria dell’educazione fisica proletaria da parte dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche (Urss). Fu in questo periodo che lo sport uscì dal suo angolo di nicchia, praticato e seguito prevalentemente dal ceto borghese, per divenire a tutti gli effetti una delle attività più popolari in Europa. A seconda delle nazioni e delle culture locali, si diffuse in tutto il mondo occidentale un ampio interesse per la pratica sportiva, più passiva che attiva, che coinvolse milioni di persone in ogni singolo stato. Le associazioni sportive, le federazioni, nazionali e internazionali e i comitati olimpici, raggiunsero maggiore autorevolezza e peso politico.

Le manifestazioni sportive, sempre molto partecipate, allarmarono le prefetture di tutta Europa, costrette a controllare questi momenti di svago collettivo che diventarono, quindi, sia un problema di ordine pubblico che un momento in cui comunicare il proprio messaggio politico a un numero elevato di cittadini. L’avvento e il declino del fascismo e la fine della Seconda guerra mondiale non arrestarono la passione sportiva dei cittadini europei che, anzi, aumentò in maniera costante.

In Italia, quindi, i partiti politici nati dalla Resistenza al nazifascismo dovettero affrontare la questione del tempo libero e sportiva che per un Ventennio era stata completamente appannaggio del Partito nazionale fascista.

Il mondo cattolico intuì, ben prima dell’avvento del fascismo, l’importanza politica, sociale ed educativa dello sport, creando nel 1906 la Federazione delle associazioni sportive cattoliche italiane (Fasci) vere e proprie pioniere della promozione sportiva. L’interesse per lo sport da parte del mondo cattolico fu confermato subito dopo l’armistizio dell’otto settembre quando le Fasci si ristrutturarono nel Centro sportivo italiano (Csi) su precisa volontà da parte del futuro presidente di Azione cattolica Luigi Gedda. Il mondo popolare, invece, che avrebbe dato vita alla Democrazia cristiana, su pressione di Enrico Giammei e Alcide de Gasperi pose le basi per la creazione del Centro sportivo nazionale Libertas.

Se lo studio del CSI è facilitato dalla presenza di un archivio indipendente presso l’Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia (Isacem), la documentazione relativa alla Libertas (assieme al succitato Csi, all’Unione italiana sport popolare [Uisp] e al Centro sportivo fiamma, rispettivamente propaggini sportive della Democrazia Cristiana, del Partito comunista italiano e del Movimento sociale italiano, i più attivi enti di promozione sportiva italiani) non è raccolta in un archivio organico. La maggior parte dei documenti è consultabile presso i fondi dell’Archivio dell’Istituto Luigi Sturzo, che contiene materiali fondamentali per lo studio dello sport cattolico e per l’analisi delle relazioni tra sport e politica nel Dopoguerra.

L’archivio storico dell’Istituto Luigi Sturzo

L’archivio storico dell’Istituto Sturzo5 è uno degli elementi costitutivi dell’Istituto sin dalla sua nascita, formatosi attorno al nucleo documentario iniziale comprendente le carte di don Luigi Sturzo. Allo stato attuale consta di più di 10.000 buste di documenti, 1.300 manifesti, 100.000 fotografie, 1.450 documenti audio e 450 pellicole circa, archiviati e distinti in fondi privati di persone e fondi privati di partiti e di enti6.

Tra i fondi privati quello qualitativamente e quantitativamente fornito sul piano sportivo è senza dubbio il Fondo Giulio Andreotti. Il Fondo è stato donato personalmente dal senatore all’istituto nel luglio del 2007 ed è stato dichiarato di “interesse storico particolarmente importante” da parte della Sovraintendenza archivistica del Lazio. Il fondo è costituito da 3.500 faldoni suddivise in due sezioni. La prima, circa 1.100 buste, è organizzata in 15 serie documentarie articolate in sotto-serie. La seconda è costituita da fascicoli corrispondenti a pratiche con classifica numerica contenenti carte relative ad affari diversi (personalità, eventi, soggetti)7. Tra le serie consultabili e inventariate due sono di particolare interesse per lo storico che volesse studiare la visione politica dello sport da parte di Andreotti: la serie “Democrazia cristiana” e la serie “Trieste”, entrambe facenti parte della prima sezione.

FONDO ANDREOTTI

SERIE DEMOCRAZIA CRISTIANA

Sottoserie Sport

L’intero materiale documentario è presente in un’unica busta, la 996. La sottoserie è, a sua volta, divisa in tre parti distinte.

Parte generale

Contiene la corrispondenza di Andreotti con personaggi fondamentali della politica sportiva democristiana (Stanislao Ceschi, Angelo Priore, Arrigo Paganelli, Alberto Carrello, Guido Gonella). Sono inoltre presenti le relazioni di Vito Cervone, dirigente nazionale dell’Ufficio sport, spettacolo e attività ricreative e l’intervento sull’evoluzione dello sport in Italia da parte d Tommaso Bisagno che analizza le leggi nazionali sullo sviluppo dello sport.

Centro nazionale sportivo Libertas. Atti fino al 1953

Contiene la corrispondenza ricevuta e inviata da Andreotti con i delegati nazionali del Centro sportivo nel primo decennio di vita dell’ente oltre a lettere con altre importanti personalità del mondo sportivo cattolico. Sono presenti anche il programma del IV Convegno nazionale dei dirigenti sportivi Libertas, il programma del IV Congresso nazionale del Centro sportivo italiano oltre a diversi comunicati emessi dal Delegato nazionale dell’ente di promozione sportiva.

Centro nazionale sportivo Libertas

Oltre alla corrispondenza, molto interessanti sono le relazioni dei delegati nazionali alla Direzione centrale del partito e diversi ritagli di giornali con note dello stesso Andreotti. Sono presenti anche diversi materiali fotografici.

Sottoserie Gruppi Giovanili

Anche in questo caso i documenti sono contenuti in un’unica busta, la 997. I documenti che riguardano direttamente lo sport sono limitati. La sotto-serie è importante in quanto riesce a dare uno sguardo complessivo sull’idea di Andreotti e di parte della Democrazia cristiana sul tema del proselitismo giovanile attraverso lo sport. Inoltre è possibile riscontrare carte in cui Andreotti suggerisce una maggiore comunicazione tra la Libertas, i Gruppi giovanili e le sezioni di partito periferiche.

SERIE TRIESTE

Anche la serie Trieste comprende una sotto-serie dedicata interamente allo sport, uno degli strumenti principali usati dai vari partiti italiani per contrastare l’avanzata neo-fascista nel Venezia Giulia.

Sottoserie Sport 1947-1954

Anche in questo caso la documentazione è raccolta in un’unica busta, la 339. Al suo interno ci sono sette differenti fascicoli.

Pratica generale

Corrispondenza di Andreotti con Adriano Thellung, delegato per lo sport a Trieste da parte della Presidenza del consiglio dei ministri, e altri politici triestini. Di particolare interesse sono il promemoria di Giuseppe Colmani per l’Ufficio per le zone di confine e l’elenco dei contributi assegnati dal Comitato olimpico italiano alle società triestine.

Centro sportivo Libertas, Associazione sportiva triestina Circolo sportivo Ponziana, Società sportiva Edera, Centro universitario sportivo, Società sportiva S. Giovanni Trieste

I restanti sei fascicoli comprendono la corrispondenza di Andreotti con delegati, presidenti o semplici atleti delle società triestine. Di particolare interesse è il carteggio con Giorgio Jaut, presidente del Comitato provinciale democristiano di Trieste e Istria, con Guido Vianello(futuro direttore dell’Enal), con Giovanni Elkan, presidente dell’Ente nazionale di assistenza ai lavoratori, Giorgio Tupini, Guido Gonella, Leo Brunner, presidente dell’Unione sportiva triestina, Ottorino Barassi, presidente della Federazione italiana giuoco calcio e con Ugo La Malfa.

FONDO DEMOCRAZIA CRISTIANA

Documenti di rilevante interesse per coloro che volessero approcciarsi allo studio del tempo libero e dello sport nel secondo dopoguerra sono dati, senza dubbio, dal Fondo “Democrazia Cristiana”.

Come sottolineato da Carlo Dané, per il partito fondato da De Gasperi si deve parlare di archivi della Democrazia cristiana, plurale che fa riferimento.

a due distinti momenti e modi di operare in questo settore che sono stati pure il segno delle difficoltà da noi incontrata nel tentativo di razionalizzare e migliorare un impegno di lavoro del quale oggi in modo particolare verifichiamo insieme tutta la valenza culturale, storica e politica8.

Una ricerca approfondita sullo sport e la Democrazia cristiana, quindi, non può prescindere dallo studio degli archivi periferici della Dc che consta di importanti materiali, soprattutto missive tra i segretari provinciali, i delegati provinciali, regionali e nazionali del Centro sportivo Libertas.

Tornando al Fondo Democrazia cristiana conservato presso l’Istituto Sturzo, è necessario aggiungere, prima di passare all’analisi approfondita del materiale sportivo presente, come l’archivio della Dc, lungi dal voler essere una struttura per conservare la memoria e la storia del partito, nacque come Ufficio documentario della Spes (Servizio propaganda e stampa).

Molti dei documenti che ci sono pervenuti della politica democristiana dello sport, quindi, attengono a un livello prevalentemente propagandistico e quindi a un vero e proprio uso politico dello sport.

Attualmente il fondo è strutturato in cinque serie: Segreteria politica (1944-1992), comprendente 338 buste; Direzione nazionale (1944-1991), comprendente 59 buste; Congressi nazionali (1948-1989) comprensivo di 34 buste; Consiglio nazionale (1944-1993), con 82 buste.

SERIE SETEGRETERIA POLITICA

La serie Segreteria politica è senza dubbio quella contenente il materiale di maggiore interesse nonché la serie con il maggior contributo documentario. L’inventario cartaceo consultabile presso la sede dell’Istituto, è uno strumento molto valido e ben strutturato per accertarsi del patrimonio documentario presente sull’argomento.

Di seguito un elenco, parziale ma esemplificativo, del materiale archivistico presente nella serie Segreteria politica.

Segreteria Attilio Piccioni (02/09/1946 – 11/01/1949)

Scatola 2 – Promemoria sulle attività e sui risultati del Centro sportivo Libertas a pochi anni dalla sua nascita.

Segreteria Giuseppe Cappi (11/01/1949 – 29/06/1949)

Scatola 5 – Uffici centrali. Sono presenti le circolari del Centro sportivo, oltre alla corrispondenza tra il Delegato nazionale e gli organi del partito. Molto interessante è anche il programma di lavoro curato personalmente da Enrico Giammei.

Segreteria Paolo Emilio Taviani (20/6/1949 – 16/4/1950)

Scatola 6 – Uffici centrali. Documenti importanti sullo sviluppo dello sport in seno alla Democrazia cristiana e sulla necessità sentita da parte delle realtà provinciali di lavorare con maggiore attenzione sul tema del tempo libero. Le carte comprendono l’intero anno 1949 e includono anche circolari d’ufficio, stralci di periodici e lettere tra il segretario democristiano Taviani e il delegato nazionale Libertas, Priore. Vi sono, inoltre, le circolari emesse dal centro, documenti riguardanti il tesseramento e epistole dell’anno 1950.

Segreteria Guido Gonella (16/5/1950 – 28/9/1953)

Scatola 11 – Per la prima volta incontriamo le carte inerenti l’Ufficio problemi dello sport, organismo costituito nel 1951. La Democrazia cristiana è il primo dei principali partiti italiani a dotarsi di un Ufficio sui problemi del tempo libero e dello sport, con cinque anni di vantaggio sul Partito socialista italiano e sette sul Partito comunista italiano. La nascita dell’ufficio mostra una crescente attenzione sulla questione sportiva da parte del partito che decise di dotarsi di una struttura parallela all’ente di promozione Libertas che rimase comunque organico al partito. Sono presenti, inoltre, i documenti e le circolari della Libertas oltre a moduli, volantini e foto storiche.

Scatola 12 – Presenti opuscoli del Centro sportivo nazionale Libertas risalenti al 1952 e la corrispondenza dell’anno1953.

Segreteria Alcide de Gasperi (28/9/1953 – 16/7/1954)

Scatola 18 – La scatola è arricchita dalle lettere del delegato nazionale Angelo Priore con la segreteria democristiana sul funzionamento e il ruolo politico della Libertas all’interno della Democrazia cristiana. Contiene inoltre una relazione da parte dell’Ufficio sport e tempo libero sull’attività sportiva svolta dal partito dal 1949 al 1953 oltre ai verbali relativi alla situazione economica e militante del centro sportivo, disposizioni statutarie e opuscoli a stampa.

Segreteria Amintore Fanfani (16/7/1954 – 31/1/1959)

In questo quinquennio vi è il maggior numero di documenti sullo sport democristiano presenti all’Istituto Sturzo. In questi anni, infatti, il delegato sportivo nazionale entrò a far parte del Consiglio nazionale. Inoltre aumentò l’interesse verso la politica sportiva tanto che fu creato un apposito ufficio sportivo che svolgesse azione di propaganda in parallelo con il Centro sportivo nazionale.

Scatola 36 – I documenti riguardano solo gli ultimi due mesi del 1954 ma si tratta di materiale molto interessante: è descritto il ruolo svolto dal Centro sportivo nazionale Libertas come strumento propagandistico durante le elezioni comunali e regionali.

Scatola 42 – Contiene relazioni e richieste del delegato nazionale Libertas nel biennio 1954-1955. Include tre notiziari, il regolamento del centro e il regolamento del Gran premio dei giovani, uno degli appuntamenti più importanti gestiti dalla Libertas su diretta nomina da parte del Comitato olimpico nazionale italiano.

Scatole 43-44 – Documenti vari sull’attività della Libertas e dell’Ufficio problemi sport nell’anno 1956.

Scatola 52 – Relazioni del 1958 dell’Ufficio sport contenente anche ciclostilati.

Scatola 53 – Varie lettere tra gli uffici periferici e la segreteria. Tra questi uffici la Libertas e l’Ufficio problemi dello sport.

Scatola 57 – programma a stampa del calendario della Libertas, nel periodo compreso tra il dicembre 1955 e il settembre 1956.

Segreteria Moro (15/3/1959 – 27/01/1964)

Scatola 102 – Contiene alcune circolari emesse dal Centro Libertas nel 1959 oltre a scambi epistolari tra la segreteria e il delegato nazionale.

Scatola 108 – Contiene un fascicolo del 1960 riguardante le circolari dell’Ufficio sport, spettacolo e attività popolari e ricreative, in sostituzione del vecchio ufficio per lo sport. Sono presenti inoltre le carte delle attività della Libertas, in parte anche per le olimpiadi romane riguardanti lo stesso periodo storico.

Scatola 111, 115, 117, 119, 123, 124, 125, 126, 148 – In queste scatole sono contenuti documenti riguardanti l’Ufficio sport, spettacolo e attività popolari e ricreative e la Libertas. Sempre presenti sono le epistole tra i due organi periferici e la segreteria nazionale circa l’attività politica da svolgere parallelamente con quella sportiva. Presenti molti ritagli de «Il Popolo» sulle attività Libertas. Per quanto concerne il 1960 interessante è la corrispondenza con il Ministero del turismo e dello spettacolo, dicastero nato da poco, anche sui Giochi olimpici di Roma 1960.

Segreteria Mario Rumor (27/1/1964 – 19/01/1969)

Scatola 170 – Contiene la corrispondenza tra l’Ufficio sport, attività popolari e ricreative e la segreteria politica. Contiene, inoltre, il promemoria e il programma della manifestazione celebrativa per i dieci anni dalla morte di De Gasperi. Di notevole interesse è anche la corrispondenza con l’ente di propaganda sportiva del Partito comunista italiano, l’Uisp e un manifesto a stampa dell’Uisp di Matera.

Scatola 171 – Corrispondenza dell’anno 1965 tra la segreteria e la Libertas con la relazione sull’attività del centro sportivo nel corso del triennio precedente, il programma delle più importanti manifestazioni sportive organizzate dal Centro, gli inviti a stampa e alcuni ritagli di periodici sportivi in cui si evidenzia la centralità della Libertas nel mondo sportivo italiano.

Scatola 173-174 – Corrispondenza dell’anno 1966 tra segreteria e Libertas. È presente la relazione del delegato nazionale Arrigo Paganelli e la mozione finale della XII assemblea nazionale oltre a un promemoria sull’attività del centro.

Segreteria Arnaldo Forlani (9/11/1969 – 18/6/1973)

A partire da questi anni i documenti inerenti il Centro sportivo nazionale Libertas sono conservati presso l’archivio dell’ente stesso che conserva documenti interessanti soprattutto a partire dagli anni Ottanta. Il fondo Democrazia cristiana continua ad avere scarne rendicontazioni dell’ Ufficio sport, spettacolo e attività popolari e ricreative, presenti con sempre minore intensità.

Scatola 193 – Corrispondenza tra la Libertas e la Segreteria per l’anno 1970. Contiene inoltre l’elenco degli assessori allo sport, la copia dello statuto dell’associazione nazionale e degli enti di propaganda sportiva.

SERIE CONSIGLI NAZIONALI, CONGRESSI NAZIONALI
E DIREZIONE NAZIONALE

Un’altra serie di notevole interesse per coloro che volessero studiare la politica sportiva democristiana è senza dubbio quella dei Consigli nazionali. Sin dagli inizi, con Enrico Giammei, scomparso prematuramente in un incidente stradale e grande artefice della Libertas, membro del Consiglio nazionale, il tema dello sport fu sviscerato e discusso con molta attenzione. Finché lo sport ebbe la copertura di Giammei fu sostenuto senza troppi dissensi in sede di Consiglio. Con la scomparsa di Giammei, il centro sportivo nazionale attraversò un decennio in cui trovò l’ostracismo da parte di molti quadri politici democristiani e, nonostante l’esplicito appoggio di Giulio Andreotti, dovette attendere la seconda metà degli anni Cinquanta per tornare ad avere un ruolo centrale nella Democrazia cristiana. Attraverso le carte del Consiglio nazionale è possibile ricostruire la storia di questa liaison di amore e odio tra il partito e la sua propaggine sportiva.

Documenti altrettanto interessanti si trovano si possono ritrovare nelle serie dei Congressi nazionali e della Direzione nazionale fermo restando il fatto che le due serie con maggiori informazioni sullo sport democristiano rimangono le due dettagliatamente analizzate.

In conclusione una riflessione sul Fondo Giovanni Gronchi. Presidente della Repubblica dal maggio 1955 al maggio 1962. In pratica ha attraversato l’intero iter costitutivo dei Giochi olimpici di Roma 1960 dalla selezione della città, avvenuta nel giugno del 1955 a Losanna fino alla conclusione dei Giochi, nel settembre del 1960. Nonostante questo non sono presenti documenti che ricostruiscano questo importante evento sportivo.


1 Sull’argomento vedere i lavori di M. Giannetto, Per una riflessione sulla questione degli archivi, in «Le Carte e la storia», 1 (2004), Bologna, Il Mulino; S. Pivato, Le pigrizie dello storico. Lo sport tra ideologia storia e rimozioni, in «Italia contemporanea» n. 174, (1989), Milano Franco Angeli; N. Santarelli, A. Teja, Lo sport negli archivi d’Italia, Roma, Società stampa sportiva, 2010.

2 S. Pivato, op. cit.; A. Teja, La comune eredità storico-culturale sportiva europea, in «Comuni d’Europa», 52 (2004) Milano, Edizioni Unicopli.

3 N. Santarelli, A. Teja, op. cit.

4 Su questi punti vedere le opere di M. Di Donato, tra questi Storia dell’educazione fisica e sportiva. Indirizzi fondamentali è senza dubbio l’opera di maggiore interesse.

5 C. Argiolas, L’archivio storico dell’Istituto Sturzo, in «Gli archivi dei partiti politici», Roma, Ministero per i Beni Culturali e ambientali, 1996.

6 http://www.sturzo.it/aree/archivio-storico, consultato in data 14/11/2017.

7 http://www.sturzo.it/archivio-andreotti/l-archivio, consultato in data 14/11/2017.

8 Carlo Dané, Gli archivi della Democrazia Cristiana, in., op. cit.