Erminio Fonzo, Il nuovo goliardo: i littoriali dello sport e l’atletismo universitario nella costruzione del totalitarismo fascista

Mimesis, Canterano, Aracne 2020, 369 pp.

Lorenzo Venuti

Università di Firenze

Edito nel 2020 da Aracne editrice, Il nuovo goliardo. I Littoriali dello Sport e l’atletismo universitario nella costruzione del totalitarismo fascista, di Erminio Fonzo, assegnista di ricerca presso l’Università di Salerno, rappresenta uno dei volumi di maggior interesse sul rapporto fra sport e fascismo usciti negli ultimi anni. Sebbene la letteratura sul rapporto fra sport e fascismo sia ormai corposa, lo studio si caratterizza per diversi tratti di originalità focalizzandosi su un aspetto particolarmente importante della dimensione sportiva di massa del regime, trascurato però dagli studi precedenti, quella universitaria. Se l’interesse del fascismo nella costruzione di un “uomo nuovo”, rigenerato moralmente e fisicamente rispetto all’Italia liberale, è ben noto, così come lo è l’attenzione del regime verso la formazione degli studenti più giovani e l’attività dopolavoristica, l’attività sportiva dei Gruppi universitari fascisti (GUF), finora ricostruita attraverso trattazioni generali, rappresenta invece un tratto scarsamente indagato. Le università, luogo di formazione delle future classi dirigenti sono poi un prisma privilegiato nella lettura delle politiche del fascismo, dovendo esse fornire il buon esempio nell’opera di rigenerazione della popolazione italiana attraverso la formazione del «nuovo goliardo», che, in netta contrapposizione con lo studente dell’Italia liberale, dedito ai passatempi e alle perdite di tempo, doveva diventare il miglior esponente della nuova gioventù fascista.

Il testo non approfondisce in particolare le caratteristiche e la teorizzazione del nuovo studente fascista, ponendolo soprattutto in contrapposizione rispetto al periodo precedente, soffermandosi sul risvolto pratico, dunque sull’attività dei GUF e la costituzione di una «nazione sportiva» nelle sue diverse fasi e nelle sue contraddizioni. Queste ultime, particolarmente evidenti in una selva di regole che generavano spesso più confusione che chiarezza, fra aggiornamenti continui, l’esclusione di alcuni sport e un ambigua politica sportiva femminile. In questo si possono leggere già due dei temi che accompagnano il testo. Da un lato il rapporto fra sport di massa e campionismo, nella tensione fra una pratica sportiva che aspirava a estendersi il più possibile – fino al brevetto sportivo obbligatorio (1935), e la richiesta di atleti di livello per il prestigio degli atenei e delle selezioni universitarie. un regime che pur incentivando la pratica sportiva di massa non può rinunciare, specie in occasioni degli appuntamenti sportivi di maggiore prestigio, al campionismo. Dall’altro lo sport femminile, tema su cui l’A. mette in evidenzia l’esistenza di diverse sensibilità e, l’opportunismo del regime, pronto a permettere la partecipazione ai Littoriali, la maggior rassegna sportiva universitaria. Sullo sfondo, lo sport è sempre un fattore che travalica i confini, e perciò l’A. presta attenzione anche alla diplomazia sportiva a livello universitario, ricostruendo in particolare il rapporto fra l’Italia e la Confédération internationale des étudiants (CIE), soffermandosi sulla fascinazione che il modello sportivo fascista ebbe, e in particolare come lo sport universitario fu utilizzato dalla macchina di propaganda del regime anche all’estero.

Per ricostruire fare questo l’A. ha effettuato un’attenta ricerca di archivio, prima di tutto presso l’Archivio di Stato, del Ministero degli Affari Esteri e del CONI, non tralasciando la stampa, sia attraverso le riviste dei singoli atenei, che i giornali sportivi più generali. Con queste fonti e attraverso un approccio perlopiù cronologico, il lettore, attraverso la lente dei GUF, può vedere lo sviluppo dello sport sotto il fascismo, seguendo la creazione di varie competizioni dedicate allo sport universitario, in particolare i Littoriali, e apprezzando in particolare il contrasto fra le teorie e le loro applicazioni. Sotto questo versante gli esempi sono numerosi. Dopo aver illustrato la continuità della politica sportiva universitaria rispetto all’Italia liberale, l’A. evidenzia il suo rapporto travagliato con lo sport federale, che varierà notevolmente nel corso del tempo anche a seconda della sensibilità particolarmente evidente nel cambio al comando fra Carlo Scorza, che aveva proposto una separazione perlopiù netta fra sport fascista e federale, e Achille Starace, riorganizzatore del movimento. Una transizione che non risolse una certa confusione pratica – in particolare nei rapporti fra le singole società private e i GUF. Anche la costituzione di un «goliardo nuovo» si dimostrò particolarmente problematica, sia per il permanere di problemi comportamentali da parte degli studenti, sia per l’attenzione al risultato sportivo da parte dei singoli atenei, che portava spesso a evidenti storture, come l’iscrizione arbitraria di atleti di livello per cercare di ottenere risultati migliori. Senza dimenticare le difficoltà pratiche che stavano dietro le competizioni universitarie, «capita spesso che quando vi sono delle gare avviene un po’ all’arrembaggio» (p. 163), e di promuovere una Roma capitale dello sport universitario, e una realtà dove la capitale dovette rinunciare ai Littoriali del 1935, spostati di emergenza a Milano (p. 201).

Evidenziando i limiti dell’azione sportiva fascista, e la distanza fra i proclami del regime, e le difficoltà pratiche, il libro di Fonzo diventa dunque uno strumento prezioso, una sintesi che guida il lettore attraverso i complessi gangli dell’amministrazione fascista, fornendo la base per studi futuri e di approfondimento. Lo sport universitario nelle colonie, o l’attività sportiva dei GUF all’estero o l’impatto delle leggi razziali nei singoli gruppi d’ateneo sono appena accennati nel testo, e meriterebbero una trattazione più approfondita. Del resto è proprio questa la forza del volume: stimolare il lettore a nuove domande, e alla ricerca di nuove fonti, svelando nuove piste di ricerca per i prossimi anni.